domenica 3 maggio 2020

Breve Storia Triste - Ferrania Condor



Ferrania Condor Officine Galileo analogico analogica fotografia rullino 35mm ilford
Copertina - Breve Storia Triste - Fabio Casaccia (c)


Breve (ma neanche troppo) storia triste


Mi ritrovo tra le mani, per motivi che non sto qui a dire, questo spettacolo di fotocamera analogica, prodotto di eccezionale manifattura italiana degli ultimi anni '40.
Il suddetto gioiellino mi fa subito dannare per capire come caspita funzioni; ma le cose difficili sono poi le più gratificanti, no?
Dopo aver surfato nei siti di patiti dell'analogico, comprendo di avere davanti una macchina completamente meccanica - che non usa quindi pile per il suo funzionamento - con la quale puoi scattare solo se conosci le combinazioni del cubo di rubik e quelle delle casseforti svizzere.
Nello specifico, bisogna seguire una serie di passaggi rigorosamente manuali: estrarre pazientemente l'obbiettivo – sudando, tremando e pregando Dio di non distruggere tutto – fino al click di fine binario, impostare manualmente il nuovo scatto – facendo avanzare il rullino fino al blocco del prossimo fotogramma – e infine caricare l'otturatore tramite l'apposita leva. Complimenti, ora il tuo fucile da cecchino è pronto!
Se finalmente, dopo ore di caccia, comparirà un'inquadratura degna di un Caravaggio – una di quelle che capitano una sola volta nella vita – dovuta all'allineamento di Giove con Marte e i satelliti della Fox, allora si imposteranno i parametri manuali (ancora?) di tempo, diaframma e focus; e nel frattempo il soggetto da fotografare se n'è andato da due ore. Ah, Che fortuna!
D'altronde se si sceglie la via dell'analogico, si devono mettere in conto molte difficoltà ma anche molte soddisfazioni. Ma questa è un'altra storia.

 Ferrania Condor Officine Galileo analogico analogica fotografia rullino 35mm ilford

Ovviamente tutto ciò avviene solo se prima è stata accuratamente caricata la pellicola.
Ma ciò che sembra scontato, qua non lo è per nulla.
Infatti è proprio qua il dramma: non so come inserire il mio rullino nel modo giusto, perché non è facile come con le solite fotocamere analogiche: per vari problemi, tra cui l'imminente Laurea Specialistica, non ho potuto dedicare molto tempo alla macchina infernale, a parte una breve documentazione sui siti precedentemente citati.
Quindi solo quando sono giunte le vacanze natalizie ho deciso di comprare un 35mm in bianco e nero e, finalmente, provare a scattare per vedere se la fotocamera funzionasse, se fosse danneggiata o intatta, perché era rimasta ferma per molti anni.
Allora decido di farmi aiutare da un fotografo, che per comodità chiamerò Gigio. Ma a quanto pare ne sapevo più io che lui: mentre maneggia il cimelio per decifrare il suo utilizzo, gli spiego cosa ho compreso del meccanismo e del presunto utilizzo.
- Mmm. Qualcosa non torna, la macchina non risponde nel modo corretto. - dice lui.
- Secondo te! Io sono riuscito a fare uno scatto senza pellicola. - penso.
Sto proprio per dirgli di maneggiarla con cura mentre lui mi sovrasta, continuando a ripetere che la macchina è bloccata. E insistendo con forza sulla leva dell'otturatore, questa cede. E con essa anche il mio cuore.
-Ecco, io te lo stavo dicendo! - penso in una frazione di secondo.

Ma subito dopo realizzo.

Attimi di puro panico, piomba il silenzio. Guardo la macchina, la mano che tiene il pezzo staccato. Alzo lentamente la testa, lo sguardo fisso nel vuoto. I miei occhi sbarrati incociano il suo terrore spalmato su tutta la sua faccia, e subito dopo Gigio piega il capo come se avesse ricevuto un'improvvisa mazzata sulla nuca. Non sono certo di che faccia avessi in quel momento, ma a giudicare dal suo terrore credo abbia pensato a me come un pazzo omicida. E forse non era lontano dalla realtà. Seguo il suo movimento e mi cade di nuovo l'attenzione sulla macchina, martire innocente di questa straziante epopea.
La tensione era talmente alta che non so per quanto tempo siamo rimasti sospesi, senza dire nulla. Ritorno alla realtà con un lampante - Cazzo!
Mi è uscito di getto, senza accorgermene. Seguito da altrettanti, sempre più sommessi e flebili.
- Scusa! Scusa scusa io non so cosa, cioè mi dispiace io non so come... -
Le parole rimbombano nel vuoto. Alzo le spalle continuando a fissare la fotocamera.
- Ehhhh - è tutto ciò che mi è uscito dalla bocca. Tutto quello che riesco a pensare.
E non rispondendo, Gigio si impanica ancora di più.
- ...Beh allora facciamo che, allora io potrei farla vedere a un mio amico che è esperto di macchine vecchie, posso farla vedere a lui. Lui è un esperto di analogiche, le conosce tutte... Posso fargliela vedere? Ecco sì dai, così almeno vediamo se è bloccata, perché a me sembra proprio bloccata e non credo tu ci possa scattare così. No no, poi rischi di buttare un rullino. Ok? - è un disco rotto, un treno deragliato.
Io sto ancora metabolizzando l'accaduto. - Va bene, sì ok. A questo punto...
- Se vuoi ti presto una delle mie fotocamere. Eh,dai, te ne presto una! Ne ho una strana tedesca degli anni Cinquanta, proprio bellina. La vuoi provare? Dai, così scatti già ora, mentre aspetti che torni la tua. - alza le sopracciglia e mi porge un orecchio ruotando il capo, nella speranza di udire un mio cenno, anche il più insignificante.
- Il punto è che volevo scattare proprio con quella - indicando il relitto sul tavolo. - Volevo capire se funzionasse e se avesse qualche problema, qualche difetto.
- Ah...
- Eh già.
Dopo l'ennesimo goffo tentativo di propormi una sua fotocamera nell'attesa, e infilando ancora mille scuse tra una frase e l'altra, ci diamo appuntamento per dopo le vacanze. È ovvio che nessuno avrebbe lavorato durante le feste. Ho forse già menzionato quanto sono fortunello?

Ferrania Condor Officine Galileo analogico analogica fotografia rullino 35mm ilfordfp4

Quindi esco dal negozio senza aver ben realizzato, senza avere nulla in mano.
Per una volta che volevo scattare...beh sarebbe stato troppo bello! La fatina della gioia è morta, è stata da tempo impiccata e sotterrata da quella del disagio.
Ma in compenso ci ho rimediato una piccola manutenzione gratis. Bisogna sempre guardare il lato positivo delle cose.
Dopo le vacanze – con mia grande impazienza – torna il cucciolo maledetto tra le mie mani: chiedo quindi a Gigio di aiutarmi a caricare il rullino, ma lui si rifiuta perché non vuole rompere qualcosa, di nuovo. E pagare la riparazione, di nuovo.
Decido allora di chiedere un consiglio ad un professore di fotografia dell'Accademia che ho frequentato. Durante la settimana sta quasi sempre in laboratorio a sviluppare rullini, così organizziamo un incontro, che ovviamente salta per sospensione didattica dovuta a un virus, ma niente di serio.
Per una volta non voglio inneggiare al mio fato così previdente, poiché mi rincuora il fatto che la settimana seguente l'Accademia avrebbe riaperto. E invece la mia fortuna sfacciata, sempre attenta a manovrare magistralmente la mia esistenza, vuole che quel simpatico virus fosse il Covid19.
In conclusione, mi ritrovo con una macchina che spero funzioni e un rullino in bianco e nero che rimane tuttora senza utilizzo. Entrambi giacciono inermi sul tavolo.
Sono comunque degli ottimi fermacarte, guardando il lato positivo.

Ps. Credo che il telemetro non funzioni, ma non ne sono certo poiché è offuscato.

Pps. Per chi volesse una piccola parentesi sulle caratteristiche tecniche, scrivo altre due righe.
La "Leica italiana". Così venne definita la Ferrania Condor I modello c (1948), la quale emulava appunto l'estrazione dell'obbiettivo tipica delle famose fotocamere tedesche. La nuova produzione della ditta nacque dalla collaborazione con le Officine Galileo, specializzate in ottiche per il settore aerospaziale ed astronomico. Ma la loro deviazione verso altri mercati iniziò dapprima con le ottiche a scopo militare – come cannocchiali e mirini per fucili – vertendo poi sulle fotocamere. L'influenza del retaggio scientifico/bellico è palese nei nomi che possiedono anche le analogiche, come la Falco, la Elioflex, la Astor e ovviamente la Condor.
Sembrano nomi di strumentazioni tecniche/ingegneristiche o di fucili di precisione e, considerando l'imminente uscita dalla Seconda Grande Guerra, non c'è da stupirsi. A seguire una brevissima scheda tecnica.



Ferrania Condor Officine Galileo analogico analogica fotografia rullino 35mm ilford

Scheda Tecnica:

Nome: Ferrania Condor Ic (1948);
Obbiettivo: Officine Galileo Eliog 50mm, 
f 1:2,8 – 16;
Otturatore: Officine Galileo Aplon Rapid 1" – 1/500 sec, B, autoscatto;
Messa a fuoco: Telemetro accoppiato separato dal mirino.

Per ulteriori approfondimenti vi lascio questo articolo , che mostra una bella panoramica di vari modelli della Ferrania!




domenica 13 maggio 2018

Riflessioni post Ratatà e Nuovi progetti


Giunto alla quinta edizione, ormai si pone come giovane veterano tra i festival indipendenti/artistici e rispecchia molto dell'attualità: la voglia di emergere, il fattore social (che qua però è solo un tramite per un vero e sano faccia a faccia), e purtroppo anche la diffidenza verso il diverso, che si esprime col dissenso di un pubblico di età avanzata e i permessi spesso negati dal comune.
Ed è un peccato, perché la scelta culturale, soprattutto a livello di mostre, è molto ricca e chiama nomi nazionali e internazionali, contattati con fatica e che apprezzano/comprendono appieno lo spirito di fratellanza che sprizza da ogni angolo del festival.
Oltre a ciò ci sono concerti eccentrici e altri più insoliti e sperimentali, laboratori strampalati, molte persone interessanti e tante storie da raccontare o da vivere insieme.
Quest'anno ho avuto oltretutto la fortuna di poter collaborare nello staff, e vi assicuro che la volontà e la tenacia di pochi ragazzi riescono a superare tutti gli ostacoli che si pongono loro davanti.
Ovviamente anche le rose hanno delle spine: può capitare di organizzarsi di fretta per un evento o di dover battibeccare per qualcosa, ma tutto si risolve in favore della riuscita del festival.
Inoltre, operando dietro le quinte, ho potuto conoscere persone simpatiche, più o meno famose, nuove amicizie e nuovi possibili agganci, ed è bellissimo come questo ti sproni a fare di meglio e ti susciti mille progetti in testa, o come semplicemente ti faccia viaggiare con la fantasia.
Risulta dunque importantissimo che il Ratatà rimanga vivo per creare nuove connessioni e coinvolgere un domani anche le persone titubanti.

Proprio con questo spirito ho deciso, insieme a due ragazze (link sottostanti), di fondare un collettivo che risvegliasse dal torpore comune.
Siamo partiti in punta di piedi partecipando con dei lavori alla mostra mercato, ma puntiamo a creare una rete di persone con le nostre stesse idee.
La Trinidad è un team di tre persone, come indica il nome del gruppo, che vuole espandersi a vera e propria comitiva culturale, proponendo sempre di più e sempre meglio, spaziando dall'illustrazione, al fumetto, alla fotografia, alla legatoria, all'artigianato, all'arte.
Il nostro (bi)sogno è quello, innanzitutto, di trasmettere un messaggio, di emozionare, di coinvolgere, di appassionare; perchè più si comprende un mondo diverso e più lo si vuole conoscere.
E a parer nostro, non si può mai smettere di voler conoscere.
Oltre me, il gruppo comprende:

- Alessia Zampano


- Giulia Santilli



Di seguito troverete l'intervista con le domande che Michele Catinari mi ha rivolto per il Ratatà Festival e una breve selezione dei progetti proposti per la Mostramercato:


Alcune di queste immagini nei collage, e tante altre, le potrete trovare sulle mie pagine Instagram/Facebook e sul mio profilo Behance: https://www.behance.net/fabiocasaccia
Altri lavori sono già stati pubblicati nel blog, ad esempio le stampe calcografiche-xilografiche.

Per chi non li avesse ancora visionati, basta scorrere un po.
Quelli non appartenenti a me, li potete trovare nei link sopracitati.


     

     



Passando nello specifico alla mia produzione fotografica, mi sono dedicato alla fotocomposizione/fotomontaggio. Ultimamente sono molto incline a questi procedimenti, dove la partenza è spesso una foto analogica e l'immagine finale è un ritocco digitale che ne altera-rafforza-stravolge i valori che aveva precedentemente.
Per quanto rimanga ammaliato dal fascino del manuale, del cartaceo o del passato, la tecnologia apre uno spiraglio di possibilità immenso.
Questa commistione era già tra le mie idee anche nello scorso festival, ma quest'anno credo di essermi spinto più avanti. 
Mi sono interessato al "Mosso fotografico" per generare un senso di smarrimento, di velocità, di sdoppiamento, ma anche per ottenere un'estetica non convenzionale, non patinata, non perfetta.

     

   





Con la creazione del collettivo La Trinidad, tante nuove idee sono già nate o stanno per nascere, quindi rimanete incollati al prossimo articolo. Peace!
Per ora posso fare solo un anticipazione: stiamo creando un fumetto che parla di due gatti di strada, due poco di buono, ma che in fondo raccontano un po anche di noi stessi e della nostra natura.
Potete trovare delle preview sulla mia pagina Instagram o Facebook:



domenica 30 aprile 2017

Ratatà 2017



Questo festival maceratese, arrivato alla sua quarta edizione, conferma la sua importanza e ci mostra l'eterogeneità delle arti grafico-illustrative, richiamando vari espositori da tutta italia e non solo.
Ognuno è curioso e rispettoso del lavoro altrui, e questo confluire di idee non può far altro che stimolare la propria immaginazione, essendo ormai l'illustrazione un canale di incontro di svariati stili, metodi e applicazioni.
L'attrazione principale è ovviamente la mostra mercato, ma l'intero festival è attorniato da una serie di eventi collaterali annessi, come mostre, concerti e laboratori, che rendono Macerata un fulcro di arte e spettacolo a 360 gradi.


Il mio contributo artistico di quest'anno era rivolto soprattutto sul fotomontaggio, modificando quindi scatti e disegni per ottenere qualcosa di innovativo e originale, dunque creare vita dalla contaminazione del nuovo sul vecchio.
In particolare ho cercato di mischiare il genere pop con quello underground, creando una serie di immagini commercialmente appetibili ma con un'ottica più rude, inquietante e destabilizzante; al contrario del pop che deve spesso accogliere, coccolare e aggraziarsi il pubblico.


In particolare, tra gli scatti fotografici modificati, la prima immagine racchiude tre foto originariamente analogiche e la seconda comprende tre autoscatti.
Le singole immagini sono montate in un unico sfondo a scopo rappresentativo.











Seguono due fotomontaggi di una volpe e il tarocco, dove la figura è un'amica a cui avevo scattato tempo fa per un progetto. In quest'ultimo caso lo sfondo è il retro della carta.






Per quanto riguarda i disegni modificati abbiamo un teschio di ghepardo in varie opzioni e un volto ispirato all'arte in serie di Warhol, dove accentuo l'insistenza dei media nel far compiacere qualsivoglia soggetto/merce ad ogni costo






sabato 13 agosto 2016

Aesthetica

Questo progetto è un inno al fascino innato del sesso femminile,
espresso sin dagli albori dell’umanità; poi rielaborato, con l’arrivo della civiltà,
da innumerevoli artisti sino ai nostri giorni.
Proprio facendo un excursus storico di pittori, scultori e fotografi che ricercarono questo ideale basato su rapporti equilibrati e forme sinuose nonché slanciate, mi sono ispirato alle composizioni e ai concetti delle opere che rappresentavano meglio ciò che stavo cercando, per arrivare poi alla creazione di una mia personale estetica.





Gli artisti citati sono innumerevoli: da Hopper a Klimt, da Mucha a Man Ray, e molti altri ancora.
L’intero progetto è caratterizzato da una luce bianco-gialla influente,
che dona un senso di divinazione, dilatazione temporale e calore e che avvolge la figura ripresa in un tutt’uno con lo sfondo, come se emergesse da un luogo mentale invece che fisico.




L'intero progetto è stato curato dal sottoscritto, a partire dallo story-board iniziale fino alla rilegatura finale, passando ovviamente per gli shoot fotografici, il fotoritocco e la grafica di impaginazione col testo.





Si ringrazia immensamente la modella Sara Mariotti per la sua disponibilità e simpatia, ma anche per aver creduto in questo progetto.
La vendita del progetto prevede l'intero libro oppure le singole stampe, per qualsiasi informazione contattatemi a: casaccia.fabio@libero.it




La fine del Babau

Questo breve racconto è tratto dal libro "Le notti difficili" di Dino Buzzati e parla di questa creatura immaginaria che ormai non trova più spazio nei tempi contemporanei.
Dopo aver letto e analizzato il testo ho voluto dare una caratteristica "ottocentesca" al mio protagonista, donandogli dei grandi e divertenti baffi che si tramutano in fumo, materiale di cui è appunto composto questo simpatico essere.
Ho accentuato particolarmente l'aspra e ingiustificata violenza contro questa creatura sostanzialmente innocua e buffa, additata come malefattore dalla gente bigotta e perbenista.
Nella grafica ho fatto attenzione ad allineare gli spazi di testo e immagine in modo da fondersi e accentuarsi uno con l'altro.



Ho progettato un'unica immagine che unisse la prima di copertina con la quarta di copertina. Il Babau è letteralmente braccato e circondato dalla tecnologia, la velocità, il mondo attuale.




lunedì 1 agosto 2016

Farmafumetti

L'idea del Farmafumetto nasce in occasione del festival di fumetto, illustrazione e editoria indipendente "Ratata" (terza ed. 2016).
Io, come altri miei amici, abbiamo giocato sulla comicità e l'autoironia, inventando strampalati medicinali ed effetti/controindicazioni casuali e assurdi.
Una volta creato il mio farmaco mi sono adoperato nel layout del fronte/retro del fumetto, nello studio dei personaggi e nella grafica della confezione.


Dopo innumerevoli schizzi ho optato per una faccia che poteva rendere molteplici espressioni, dopodiché ho riscontrato un grande ostacolo nella raffigurazione del naso del protagonista.
Ho creato tre strisce con diverse possibili interpretazioni che potevano raffigurarlo.
Ho anche creato un breve video di 20 secondi dove scorro questa striscia di nasi, il tutto accompagnato da una traccia audio creata appositamente a scopo umoristico/allegro.



Il progetto quindi comprende una confezione che richiami le grafiche dei medicinali, ma dalla quale trapela un umorismo che sovrasta l'apparente serietà. All'interno ci sarà il fumetto piegato a mo' di bugiardino delle istruzioni d'uso, che prevede un susseguirsi di situazioni comiche sempre più paradossali. Quì un piccolo esempio tratto dalla seconda pagina, dove cerco di stringere amicizia.


Il prodotto finale si presenta quindi in questa maniera:


Il fumetto in sé è vendibile esclusivamente all'interno della sua confezione originale, ma non necessita di prescrizione medica né di esose spese detraibili, a soli 2€ potrete avere l'occasione di rivoluzionare la vostra esistenza. Che aspettate??

Un altra breve storia che ho creato, sceneggiato e disegnato per il festival citato prima riguarda un avvenimento realmente accaduto, buona visione.

 



lunedì 25 luglio 2016

Calcografie, Xilografie


L'arte della calcografia-tipografia ti permette di viaggiare nel passato, un'esperienza meravigliosa dove sei a contatto con tutto quel materiale necessario a realizzare illustrazioni pregiate.
Nulla è lasciato al caso, e bisogna seguire determinati passaggi che ti permettono, con il tempo, di giostrarti e comprendere appieno le potenzialità di queste tecniche: è un immersione tra punte, cutter, vernici, solventi, acidi, carte, torchi, inchiostri.
Sembrerebbe un po pericoloso, e lo è, ma durante tutto il processo evolutivo di ogni opera pervade una sensazione magica, come se fossi un incisore del 1900.
Come nelle altre forme d'arte, quasi sempre mi interesso nel donare un significato o un ragionamento alle opere che eseguo, così da non farle risultare solamente estetiche e dunque fini a se stesse.



"Christ Reborn" (Acquaforte su zinco - 19,5x24cm) nasce dall'idea della reincarnazione, nella quale il passato e sacro (Cristo) si mescola con il presente profano (Dj Villalobos). Ora, questo accostamento sembrerebbe cozzare o risultare blasfemo, offensivo, ma non era assolutamente questo il mio scopo.
Il ragionamento che ho seguito era sulle similitudini: entrambi martiri, seppur essendo totalmente diversi sotto ogni punto di vista, ma il mondo contemporaneo non è forse una ripresa del passato reso poi differente o completamente distorto?
La palese differenza sta nella pena che si portano appresso: Cristo è martire per l'umanità e la folla quasi lo disprezza; Villalobos è martire di sé stesso, delle droghe, della vita di eccessi, e della fama, poiché è adorato dalle sue folle danzanti.
La mia dunque è un'aspra critica alla contemporaneità, dove chiunque può diventare eroe, martire e santo anche seguendo una causa ignobile, basta sapersi adattare al meglio (o al peggio) nella società attuale.




"Femme Fatale" (Xilografia - 21x30cm) rappresenta, come si può intuire, una figura femminile sensuale, provocante e ingannevole al punto tale da lasciarvi abbandonare alle sue braccia per poi scoprire, quando ormai sarà troppo tardi, le sue reali, malvagie intenzioni.
Una spirale di piacere e sofferenza, delirio da girone Dantesco: le sue stregonerie sono tali da poter incantare anche la natura stessa, ne è la prova palese il serpente tramutato in trono.
Ora spetta a voi decidere se allontanarvi oppure lasciarvi tentare...



"Darwin's Pet" (Acquaforte su zinco - 20,5x29,5cm) è un esperimento, un mix di vari animali che crea un mostro abominevole, inadatto all'esistenza; o, forse, il più versatile di tutti gli esseri viventi.
Sarà la selezione naturale a deciderlo.